Re di Siria. Successe al fratello Seleuco III Cerauno, in un
periodo di crisi per il regno a causa dei movimenti separatisti delle regioni
della Battriana e della Partia. Dopo la conquista della Media nel 221 a.C.,
A. si volse quindi ai Regni ellenistici dell'Occidente, ma il tentativo
di sottrarre a Tolomeo IV Filopatore la Celesiria fallì dopo una grave
sconfitta subita a Rafia (217). Voltosi così alla conquista dell'Armenia,
riuscì finalmente a ridurre sotto il suo potere la Battriana e la Partia
tra il 212 e il 205.
A. costituì così un Impero che secondo
i suoi progetti avrebbe dovuto rinnovare quello di Alessandro Magno. Negli anni
successivi, dopo la morte di Tolomeo Filopatore, riuscì a sottrarre
all'Egitto i territori di Celsiria, Fenicia e Palestina, dopo essersi accordato
con Filippo V di Macedonia nel 202 per la spartizione del regno dei Lagidi.
Approfittando poi del fatto che Filippo fosse impegnato nella guerra contro i
Romani (seconda guerra macedone), si rivolse alle coste dell'Asia Minore. Eletto
quindi stratega della Lega Etolica dalle città insoddisfatte delle
condizioni imposte dal trattato di pace dopo la seconda guerra macedone, fu
avversato da Filippo V che chiese l'aiuto romano (guerra siriaca 191-188).
A. fu affrontato da M. Acilio Glabrione e, dopo una sconfitta subita alle
Termopili nel 191, fu costretto a rifugiarsi in Asia dove, battuto nuovamente da
L. Cornelio Scipione nel 190 a Magnesia sul Sipilo, dovette piegarsi alla Pace
di Apamea (188) che lo obbligava a ridimensionare il suo regno ai soli territori
della Anatolia orientale, lungo il corso del fiume Halys e alla catena del
Tauro. Dopo aver invaso quindi l'Oriente, cadde ucciso nell'Elimaide mentre
tentava di saccheggiare il tempio di Belo. Nonostante il fallimento del
tentativo di ricostruzione dell'Impero di Alessandro, fu energico, instancabile
e amante della cultura; fondò, tra l'altro, la Biblioteca di Antiochia
(223-187 a.C.).